Disturbi gastrointestinali? Alzino la mano gli sportivi
Chi fa sport e non ha mai avuto problemi gastrointestinali alzi la mano!!!
Questo tipo di problema, in chi fa sport, è così comune si è sentita la necessità di dargli un nome ben preciso: “sindrome gastrointestinale causata dall’esercizio”
Quasi ogni sportivo ha questo tipo di problema che è variabile in funzione di molti fattori. I più importanti sono la durata e l’intensità dell’attività sportiva.
Le domande che dobbiamo farci sono: l’alimentazione può avere un ruolo determinante nell’insorgenza dei disturbi gastrointestinali dello sportivo? e nella gestione del problema? Può essere utile allenare stomaco, intestino e microbiota?
Alimentazione e Microbiota intestinale giocano un ruolo determinante in questa sindrome, infatti fibre, proteine, grassi e carboidrati sono stati TUTTI associati ad un aumentato rischio di disturbi gastrointestinali, così come la disidratazione che, come risultato di una strategia sbagliata, può esacerbare i sintomi, e la scarsa tolleranza al lattosio.
Tuttavia, i problemi maggiori vengono registrati quando si ha una elevata ingestione di fibra, di proteine e di soluzioni concentrate di carboidrati semplici (>12g/100ml di carboidrati).
Troppo frequentemente questo problema viene risolto con delle diete ad esclusione. La più utilizzata negli ultimi anni è la dieta “Low-Fodmap” in quanto elimina o riduce drasticamente l’apporto di sostanze fermentescibili (Fibra, Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli).
Questo tipo di soluzione elimina il problema alla radice eliminando tutti quegli alimenti che contengono nutrienti “fermentescibili” e che quindi possono essere utilizzate dai microrganismi intestinali per aumentare la massa del bolo intestinale e sviluppare gas.
Secondo molti, me compreso, la dieta di privazione non è l’approccio migliore nel lungo periodo!
Ricerche recenti hanno infatti dimostrato che dimostrato che se è vero che seguire un’alimentazione a basso contenuto di FODMAP (2g) nelle 24h precedenti la gara riduce i disturbi gastrointestinali dello sportivo, di contro aumenta sia le lesioni delle mucose gastrointestinali che un aumento dei disturbi della barriera ematica.
Questo risultato mette in evidenza l’effetto protettivo della fibra che si estrinseca nel miglioramento della composizione del microbiota intestinale.
Il consiglio di non seguire diete Low-Fodmap (salvo casi eccezionali) si basa sulla convinzione che sia molto più utile lavorare su altri fronti, come la composizione del microbiota intestinale ad esempio!
Ma procediamo in modo organico: prima di parlare della soluzione ai gonfiori addominali ed disturbi gastrointestinali dello sportivo, rispondiamo, pur se in modo schematico, alla domanda chiave:
Cosa causa questi fastidiosi problemi intestinali e di gonfiore negli sportivi?
Il tutto si origina da normali risposte fisiologiche all’esercizio fisico da parte dell’apparato gastrointestinale e del sistema immunitario!
Riassumendo in modo sintetico quanto descritto da R.J.S. Costa et al. nell’articolo scientifico “Systematic review: exercise-induced gastrointestinal syndrome—implications for health and intestinal disease” (Revisione sistematica della sindrome gastrointestinale causata dall’esercizio, implicazioni per la salute e le malattie intestinali)dal quale lo schema è tratto:
- Durante l’esercizio fisico il sangue viene deviato verso i muscoli (contrazione muscolare) e la pelle (dispersione del calore). Questo ovviamente riduce l’irrorazione all’intestino. Quando questo dura a lungo, il muco a protezione dell’epitelio intestinale può ridursi od erodersi con il danneggiamento di cellule epiteliali più o meno specializzate;
- La risposta ormonale allo stress dell’esercizio fisico promuove la riduzione della funzionalità intestinale (motilità, digestione e assorbimento) che determina il malassorbimento di nutrienti. L’esercizio fisico di per sé riduce la capacità di un atleta di fornire nutrienti e acqua in un momento di esigenze aumentate;
- Gli effetti meccanici dell’esercizio si concretizzano in un danneggiamento della funzionalità della barriera gastrointestinale che può diventare permeabile agli agenti patogeni/indesiderati naturalmente presenti nel nostro microbiota determinando una risposta immunitaria, locale e sistemica, caratterizzate dall’infiammazione che può diventare diffusa
Tutto questo avviene contemporaneamente ed in sinergia.
I diversi fattori, in ultima analisi, interagiscono fra loro determinando la presenza di nutrienti non assorbiti all’interno dell’intestino. A seconda delle abitudini di allenamento ed alimentari, questo non solo può contribuire a rallentare ulteriormente la motilità intestinale ma anche a modificare l’equilibrio fra i diversi generi di batteri nel microbiota con la produzione più o meno abbondante di endotossine prodotte dalla fermentazione batterica con conseguente produzione di gas, così come meglio riassunto nel secondo grafico tratto sempre dallo stesso articolo.
C’è inoltre una lunga serie di fattori che possono aggravare o prevenire i disturbi intestinali durante l’esercizio fisico a seconda dell’entità dell’esposizione e delle modalità di gestione, ad esempio: